Il legame con Matera è come se fosse un viaggio dei cinque sensi:
· la vista per i luoghi che ti legano ad un
ricordo e i panorami mozzafiato della Murgia e dei Sassi;
· il tatto perché ogni materano lontano quando
tocca una roccia o del tufo torna con la mente a Matera;
· l’udito, con tutte le canzoni tipiche della
nostra terra che riecheggiano nelle vie della città grazie ad anziani e
giovani;
· l’olfatto, con gli odori inconfondibili del
muschio fra le pietre e della natura incontaminata della Murgia;
· il gusto per i numerosi piatti tipici della
cucina materana che dalle antiche massaie materana sono arrivati fino alle
nostre tavole con gli stessi sapori di decenni fa.
Infondo, il titolo di Capitale della Cultura lo dobbiamo anche “al
peperone crusco”, alla “cialledda”, a “fave e cicorie”, al “pane di Matera” e a
tanti altri piatti tipici che si possono degustare nei più lussuosi ristoranti
materani ma anche nelle più semplici e familiari trattorie. Il viaggio dei
cinque sensi non è un’esclusiva del popolo Materano perché se vieni a visitare
Matera, molti sono gli itinerari turistici che dedicano una giornata del
viaggio al percorso gastronomico che comprende l’assaggio del pane,dell’olio e
delle varie minestre. La cucina materana è pertanto fatta di prodotti locali sì
ma provenienti dall’arte contadina quindi molto poveri, semplici, ed economici
perché un tempo non ci si poteva permettere altro che quello che i genitori
producevano da sé in casa e che la natura offriva loro.
Famosissimo è il pane di Matera, certificato IGP nel 2008, prodotto
con semola di grano duro. La sua croccantezza fa gola anche a chi segue una
dieta rigida e la sua storia è altrettanto interessante. Quando si viveva nei
Sassi, le famiglie producevano il pane in casa e ancora crudo, veniva cotto
all’interno di grandi forni che appartenevano a famiglie più agiate. La
pagnotta di pane, che sfamava famiglie con 11 figli anche per una settimana
intera, veniva identificato dai marchi di famiglia in modo da poterlo
distinguere da quello di altri vicini. Il pane, immancabile a tavola all’ora
come oggi, viene condito con pomodoro, olio, sale e origano se si vuol mangiare
la Fedda Rossa ma è un prodotto che accompagna qualsiasi altro piatto come
quello di Fave e Cicorie, una prelibatezza che fa venire l’acquolina in bocca a
sol pensiero e la Crapiata a base di
legumi, un piatto che ricorda l’amore che i contadini nutrivano nei confronti
della terra. Il primo di Agosto, giorno in cui si festeggiava la fine del
raccolto, per celebrare la buona annata tutte le donne cucinavano in un grande
pentolone per tutti gli abitanti del vicinato, grano e legumi. Era un’occasione
attesa da tutti e che viene celebrata anche oggi con la partecipazione di tutti
i materani sia nel quartiere Sassi sia nel Borgo La Martella, primo borgo
costruito dopo l’abbandono dei Sassi. Piatto povero, frequentemente visto sulle
tavole materane, è anche quello della Cialledda condita con pezzi di pane
bagnato, per ammorbidirlo dopo giorni dalla cottura, pomodori, olio, origano,
aglio e uovo solo se la cialledda è invece calda.
Prelibatezza per il palato degli
intenditori e non sono i peperoni cruchi, essiccati al sole e conditi con
l’olio extravergine d’oliva.
Che vita sarebbe senza…. PANE?
Nessun commento:
Posta un commento