Tutto inizia 3mila anni fa, quando la 3 città al mondo inizia
a sorgere non in America, non in Asia o in Africa, ma nell’attuale Europa, a
sud d’Italia, in quel Mini Canyon che oggi è la Murgia Materana. La città è
stata scavata nella pietra locale, morbida e facile da lavorare così da
consentire ai primitivi nostri antenati di dormire e ripararsi dalle intemperie
nelle grotte umide e fredde. Quando poi, la pietra, in profondità è diventata
più dura, i cittadini hanno deciso di spostarsi dall’altro lato della Murgia
costituita dagli attuali Sassi. Il quartiere è formato da una serie di case, l’una
sopra l’altra, scavate nella roccia, all’interno della quale, fino agli anni 50
del 1900 hanno vissuto in condizioni misere e di povertà i materani. E’ così
che li descrive Carlo Levi in “Cristo si è fermato a Eboli” come una comunità
povera e malfamata, dove i bambini che vivevano nei vicoli, per strada, erano
malnutriti, magrissimi e ricoperti da mosche per le scarse condizioni
igieniche. Matera è stata definita, per questo motivo, vergogna d’Italia, fino
a quando De Gasperi, dopo una visita nella città, ha deciso di sfollare il
quartiere Sassi e costruire dei borghi. I Materani, ormai affezionati alle loro
case umide, sporche, povere e agli animali con i quali avevano convissuto fino
ad allora, sono stati costretti ad abbandonare il quartiere e a non ritornarci
mai più, provando disprezzo e anche brutti ricordi legati ad un periodo
difficile della loro vita.
C’è stato chi invece, nel 1993 non ci ha visto una
maledizione, bensì una benedizione, una fortuna e un’occasione di rinascita
quando, in quell’anno è stata classificata Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e ha
ridato vita, ha donato luce e profumo, dopo 40 anni ai Sassi. Grazie ad opere
di ricostruzione e di ristrutturazione oggi i Sassi sono un luogo visitato da
cittadini del mondo, visitato ogni giorno da chi apprezza il panorama che vede
ma soprattutto sono diventati orgoglio per i cittadini materani e orgoglio per
tutti quelli anziani che per anni ne hanno provato disprezzo. Matera vanta oggi
il titolo di Capitale della cultura 2019, un titolo che rappresenta un riscatto
per quegli anni di abbandono ma soprattutto rappresenta rispetto nei confronti
dei nostri nonni che hanno dato vita a tutto quello che Matera è oggi, un luogo
profondo ricco di pace, silenzio e dalle cui cave proviene il suono della
storia.

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